“Le lingue madri, in un approccio multilinguistico, sono fattori essenziali per la qualità dell’istruzione, che è alla base dell’emancipazione di donne e uomini e delle società in cui vivono”
Il 16 maggio 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione A/RES/61/266 chiamò gli Stati Membri a “promuovere la conservazione e la salvaguardia di tutte le lingue usate dalle popolazioni del mondo”. Le lingue sono lo strumento più potente di conservazione e sviluppo del nostro patrimonio, tangibile ed intangibile. Ma siamo sicuri di pronunciare bene la nostra lingua madre? E da cosa gli altri riconoscono se stiamo parlando nella nostra lingua madre o no?
La pronuncia di una lingua comprende intonazione, cadenza, accento, ritmo ed articolazione. Sono caratteri che dipendono dalla funzione uditiva e da quella più complessa del tratto vocale. In questo e nei prossimi post qualche breve spunto cui fare attenzione.
Tutti ci aspettiamo una certa nasalità dal francese o dal giapponese ed un ritmo veloce nello spagnolo… ma partiamo dalle “lingue madri” più diffuse. Le lingue del canto.
La lingua del canto lirico italiano, ad esempio, non mantiene in genere cadenze e inflessioni dialettali, pur tanto presenti ancora tra noi. Tosca e Cavaradossi di Puccini non hanno accento romanesco - come invece avranno la Vitti e Projetti nell’indimenticabile versione Magni-Trovajoli -, Rigoletto e il Duca non parlano mantovano né mai Donatella e Fiordiligi si esprimono nel pur musicalissimo napoletano.
Allora? È necessario sviluppare una ottimale capacità di ascolto, che ci faccia “sentire” non solo l’intonazione musicale, ma l’intonazione del discorso in quel certo personaggio, per come inteso da librettista e compositore, la cadenza, l’accento….
L’ascolto è la conditio sine qua non del “feedback verboacustico” : sento un modello, provo a riprodurlo e sento se sto riproducendo correttamente o no. Più sarà fedele e completo il mio ascolto, più potrò allenarmi fisiologicamente a riprodurlo.
E quello che è evidente nella lirica non è meno necessario nel canto pop, nel rap…
Ma quanti conoscono il livello del proprio udito? La capacità residua di percepire le alte frequenze - non le alte intensità, attenzione- ? Ed il benessere delle nostre orecchie? Come mantenerne una corretta igiene, come evitare che dal naso si diffonda del catarro ad ovattare il nostro ascolto? O peggio che sia mal deglutito e possa colare verso le corde vocali?
Una visita otorinolaringoiatrica ed una valutazione audiometrica ed impedenzometrica sono basilari per chi voglia/debba usare la voce … e la propria lingua madre o apprenderne, perfezionarne una.
E' possibile prenotare direttamente attraverso il sito doctolib.it, telefonicamente presso il Centro Medico Turati, presso l'Istituto Clinico San Siro.
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